mercoledì 4 giugno 2014

[Letti per voi] "La mia amica ebrea" di Rebecca Domino

Recensione 
La mia amica ebrea 


Buonasera amici di Magla, eccoci di nuovo a voi con un'altra recensione, sperando come sempre di aiutarvi nella scelta di un buon libro.
Il libro di cui parleremo oggi, s'intitola"La mia amica ebrea" di Rebecca Domino




Trama

Josepha è una giovane tedesca che vive la sua adolescenza in uno dei periodi più disastrosi e vergognosi della storia umana: la seconda guerra mondiale.
Lei è giovane e come tutti i giovani sogna una vita lunga, un futuro radioso e nel frattempo vorrebbe fare tutto ciò che spetta a una ragazza della sua età. Ha delle amiche, con le quali cerca di dare una parvenza di normalità alle loro vite, ha una madre, un fratello hitleriano e un padre ferito in guerra. Tutto sommato fino al '43 la sua vita è tranquilla rispetto a quella degli ebrei e questi ultimi sono per lei e per il resto della popolazione, materiale di scarto, esseri da cui liberarsi. Tutto questo fino a quando Josepha nella semplicità, veridicità della sua giovane età, scopre che “i grandi” sbagliano: gli ebrei sono persone uguali a loro.


La mia recensione per Magla

Alle prime righe mi sono detta, “un altro libro sulla shoah” e ho continuato per l'impegno preso. Sono poi restata favorevolmente sorpresa e contenta, quando mi sono accorta che questo romanzo non è il solito libro documentario che vuole commuovere il lettore sfruttando questo grave episodio della storia. Jospeha non è un'eroina, non è una perbenista, è una ragazza che ascolta gli adulti e crede che sia giusto fidarsi di loro e come potrebbe essere diversamente? Si sta appena affacciando sulla vita e deve ancora conoscerla. Quindi abbiamo una ragazzina avversa agli ebrei e quando, per forze a lei superiori, dovrà vivere a contatto con una famiglia ebrea e la giovane ragazza ebrea di nome Rina, ha paura; li guarda contrariata, non accetta le decisioni del padre, teme di dirlo alle amiche, di essere giudicata e infine di essere vittima anche lei della Gestapo. Ma tutto questo l'autrice ce lo mostra con grande abilità, attraverso la vita una ragazza che potremmo definire semplice. Il cambiamento, la conoscenza, il ripudio verso il razzismo avviene nel cuore di Josepha gradualmente e noi lo constatiamo attraverso le sue azioni che oggi sono normali ma che allora richiedevano un coraggio non indifferente. Josepha e Rina diventano amiche pur vivendo separate da barriere fisiche, da bui spaventosi, da inquietudine e dalla paura di morire e tutto questo ci porta a un finale sconvolgente.
Veniamo allo stile.
La narrazione è fluida, per quanto tratti un tema forte, l'autrice ci accompagna nella storia con un linguaggio oserei dire di tutti i giorni, rispecchiando quindi la natura del narratore che è appunto Jospeha, in quanto il romanzo è scritto in prima persona, sebbene a un certo punto ci sia una variazione per un certo senso d'obbligo, che ha reso molto bene.
Mi è piaciuto come da quasi “spettro” del romanzo, Rina occuperà poi un posto nuovo acquisendo consistenza.

Una nota stonata in tutto questo è purtroppo l'uso in modo non corretto dei segni grafici quali le lineette “―” un'impaginazione approssimata e la presenza di alcuni refusi. Tuttavia bisogna ricordare che si tratta di un'auto-pubblicazione e di conseguenza è perdonabile. Questo tuttavia non reca disturbo alla lettura, ma suggerisco all'autrice di eliminare i trattini a fine discorso diretto se non accompagnato da enunciato.
Infine, le faccio i miei complimenti per come ha svolto l'intero lavoro.

Link per l'acquisto

Blog dell'autrice

E per ora è tutto, dalle amministratrici di Magla, una buona serata


Annalisa 

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