lunedì 9 giugno 2014

[letti per voi] Punto di non ritorno

Recensione a cura di Marta Tempra.

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L’appuntamento di oggi con le recensioni riguarda Punto di non Ritorno, la raccolta di Davide Schito: un giovane autore esordiente che ha trovato nell’autopubblicazione la via per presentare al pubblico il suo lavoro. Parlo più diffusamente di questo autore e del self publishing qui.
Siamo di fronte a un’opera d’esordio, dunque, anche se lo stile e le tematiche affrontate da Schito rendono chiaro come alle spalle di questa raccolta ci sia la pratica e l’esperienza di anni: d’altra parte, i suoi numerosi piazzamenti in concorsi e antologie ne danno conferma.
Punto di non ritornoScendiamo però nel dettaglio. Punto di non ritorno, di cui potete vedere la nuova copertina, è una raccolta di 24 racconti brevi che, come dice l’autore stesso nell’introduzione, “esplorano un mondo che non si ferma a quello che vediamo con gli occhi. Troverete storie reali in cui l’elemento inaspettato è sempre dietro l’angolo. [...] Punto di non ritorno è tutto questo: un insieme di racconti in bilico tra realtà e immaginazione”.
Ed è proprio questo che troveremo nella raccolta di Davide Schito. Il tema preponderante è il limite sottile che divide la vita e la morte, quell’impalpabile limbo in cui tutto è possibile, assurdo e verosimile al tempo stesso. L’elemento soprannaturale è spesso presente, ma mai in modo aperto, plateale, fantasy. Nei racconti di Schito il mistero si presenta poco a poco, insinuandosi in mezzo alle righe, oppure esplode alla fine, a capovolgere una storia apparentemente lineare in un sorprendente finale.
Questo, infatti, il maggior punto di forza della raccolta: il convergere dei due mondi, quello tangibile, materiale e quello misterioso, invisibile agli occhi, non è mai brusco o banale, ma sapientemente condotto da una penna veloce e fresca. Lo stile di Davide infatti si mantiene sobrio e concreto, lasciando al narratore, spesso in prima persona, il compito di coinvolgere il lettore nella sua storia con un linguaggio vivido e forte.
Molteplici sono i punti di vista, e anche i generi dei racconti: se come già detto quello preponderante è il mistery e il noir, non mancano contaminazioni. Il distopico di un mondo ormai collassato su se stesso e in preda alla rovina è protagonista dei racconti “Frammenti di madre” e “Rigenerazione”, l’horror tinge di rosso in “Leila” e “Io e mia zia”, sfumature nostalgiche e tematiche famigliari emergono in “Solo un figlio”, “Gli orecchini ritrovati”, “Il nipote perfetto”. Molto incisivo il tono della denuncia sociale, che sfiora dal di dentro i temi dell’immigrazione, della violenza domestica, della discriminazione.
L’incisività dei racconti è forse penalizzata dal loro numero, che rende leggermente ridondanti tematiche altrimenti di grande potenza. Tra i miei preferiti vorrei citare “Dea”, che mi ha colpito per il linguaggio e per l’autenticità dei personaggi, e “Ricorda chi sei”, in cui l’autore riesce a gestire un’atmosfera surreale in modo veramente magistrale.
Una nota di merito va invece alla qualità dell’ebook, che ho trovato molto ben fatto, a riprova che nel self-publishing si può trovare qualità editoriale.
In conclusione, trovo “Punto di non ritorno” una raccolta riuscita, molto variegata, con materiale forse sufficiente per due libri, ma che saprà di certo catturare chi è in cerca di una lettura diversa e avvincente.

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