lunedì 21 luglio 2014

[Letti per voi] Recensione "Il segreto sotto la grande quercia"

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Buonasera amici di Magla e appassionati lettori, oggi per la rubrica "Letti per voi", ma mai come questa volta, letto più per me ;) vi presento "Il segreto sotto la grande quercia" di Aurora Bardi.   
Partiamo con la carta d’identità del romanzo:
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 Copertina: Alessandra Dessole su disegno di Aurora Bardi 
Titolo: Il segreto sotto la grande quercia
Autrice: Aurora Bardi
Editore: Edizioni Arpeggio Libero
Genere: ambientazione storica, drammatico.
Prezzo: 16 euro
Trama
Inghilterra, fine 1700: Aylinn la contessina, Aylinn la selvaggia. Una grande amicizia, un affetto che vincerà contro il tempo, Aylinn e Aiden: ma vittima di una condanna eterna, Aylinn viene strappata via da Aiden. Prigioniera in casa sua, detenuta dalla famiglia e dal marito in seguito, si rassegna alla sua vita da nobile, accetta il matrimonio con il duca e cerca disperatamente di non annaspare in una vita di soli obblighi. C’è qualcosa che però le fa pensare che lei non sia l’unica “selvaggia”. Le verità sono ben nascoste dietro una porta e in un cassetto. Aylinn scoprirà cosa si nasconde dietro la perfetta vita dei conti, suoi genitori, e di Henry, suo marito.
Recensione:
Come lo status sociale possa non essere un deterrente per la la felicità, c’è lo racconta Aurora Bardi mettendo a confronto due vite diverse. Una contessa, un contadino. Potrebbe a prima lettura sembrare la solita storia di una nobile viziata e infelice, che cerca l’amore altrove, ma dietro la vicenda si nasconde qualcosa di più profondo. Uno sguardo analitico di ciò che l’uomo è, sia in abiti regali che in quelli da contadino. Di come questi non siano sinonimo di una vita bella o brutta. Le due vite a confronto, quella di Aylinn e di Aiden non hanno nulla di diverso se non il rango sociale che porta la prima solo ad essere ricca, il secondo povero. Ma, mi è nata una domanda leggendo “Il Segreto sotto la grande quercia”: sono i soldi che rendono un uomo ricco o è la libertà? In questo romanzo chi versa più lacrime è Aylinn, ma l’autrice non ha voluto raccontare solo una storia che qualcuno potrebbe definire triste; ci ha lasciato un messaggio, un messaggio che colpisce le corde dell’anima, che mette a nudo le coscienze, che ci apre gli occhi di fronte a ciò che noi crediamo bello.
Ciò che subito ho apprezzato dello stile dell’autrice, è la semplicità; se dal punto di vista della trama ci ha parlato dell’assenza di libertà, da quello tecnico s’è mostrata più che libera. Spazzati via schemi vari in cui molti vorrebbero costringere gli autori, Aurora Bardi ci regala un romanzo che ha la spensieratezza del “voler raccontare”, senza farsi chiudere in vicoli che spesso fanno perdere l’ispirazione e la voglia di leggere per il lettore, e senza per questo creare confusione o dubbi. Anzi, tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, confesso che volevo sapere cosa sarebbe accaduto e sono stata tentata a saltare qualche pagina, ma ho resistito perché il romanzo va letto tutto per come l’autrice ha saputo mischiare pensiero e azione senza eccedere con l’uno e l’altro, dando la giusta importanza ad entrambi.
In alcuni paragrafi è stata troppo frettolosa, meritavano un approfondimento mantenendo così anche un ritmo più costante. Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso, è stata la suddivisione dei capitoli: in alcune parti poteva evitare di spezzare il discorso.
Consiglio di acquistare il libro, un ottimo investimento per ore di pura emozione.
Complimenti Aurora
E grazie a Voi lettori e amici di Magla

a cura di: Annalisa 

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