lunedì 22 settembre 2014

[emozioni tra le pagine] - Come ti cambio il destino...

«"C'è un tempo che sale a spirale, c'è un tempo circolare. Questo ho potuto vedere nel mio viaggio verso il tuo passato. Il tuo tempo è un cerchio. Ciò che è stato vissuto prima di te torneri a viverlo tu e questo è fatale. Temi l'amore e i suoi slanci, temi le tue mani. Io non so come si spezza il cerchio del tempo. Sono molto vecchia e i morti non possono più apprendere niente, ma so che ci sono cerchi che si possono spezzare. Li ho visti dal tratto di spirale in cui sono morta, ci sono cerchi che i vivi riescono a spezzare. Voglia il cielo che tu riesca a spezzare il tuo. Devi cercare i simboli, Sofìa, conoscendo il tuo passato, trovarai il tuo futuro." (Donna Eulalia, chiamata dalla morte con il rito magico di Donna Carmen e Samuel, fa a Sofìa questa rivelazione)
 
La sua bambina è magica, pensa Sofia. L'aveva detto Donna Carmen. Non poteva perdersi così, doveva rompere l'incantesimo. Flavia doveva farlo. Doveva comparire, non poteva uscire dal parco. Strano che fosse successo proprio lì. Flavia si era persa come lei, dopo una festa di gitani nel Dirià. Povera madre sua, pensa, che era uscita nella notte e lei l'aveva seguita nella nebbia confusa di un ricordo ricco di particolari, ma incomprensibile. Che cosa sarà successo realmente? si chiede, mentre sente una pena profonda nascerle nello stomaco, quasi come una sensazione fisica. E' esausta, ha il corpo molle. Di colpo ha perso non soltanto sua figlia, ma anche il rancore per sua madre scomparsa nei confusi labirinti della vita. Il nodo di forza distruttiva e cieca che nel corso di tanti anni le aveva stretto in una morsa le viscere e il cuore, si scioglie liberando la sua energia attraverso tutti i pori, lasciandola come cera che si fonde al calore di quel dolore, svuotandola in profondità e, inspiegabilmente, rimpiendola nello stesso tempo. Era strano sentirsi improvvisamente senza rancore, leggera nonostante l'angoscia. Era paradossale che Flavia avesse dovuto perdersi perché lei potesse vedersi così chiaramente, come se si osservasse da lontano. Era crudele che Flavia avesse dovuto perdersi perché lei potesse riconciliarsi con i suoi rancori e ritrovarsi...»

[da "Sofia dei presagi" di Gioconda Belli]

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