domenica 8 marzo 2015

73 secondi - la prima insegnante dallo spazio





Transoceanic Abort Landing
Cape Canaveral

28 Gennaio 1986
ore 11:30 EST


Il mio nome è Sharon Christa McAuliffe, e sono la prima insegnante dallo spazio.

Ripete quelle parole mentalmente un paio di volte, come un mantra, mentre osserva un suo riflesso deformato nella superficie convessa di una spia del quadro comandi.
Inizierà così, la sua prima lezione di scienze, proiettata dallo Space Shuttle Challanger direttamente in televisione.

Il mio nome è Sharon Christa McAuliffe, e sono la prima insegnante dallo spazio. Da questo luogo straordinario, vi parlerò del fascino delle scienze e della matematica, che sono alla base dell'esplorazione spaziale.

Vede accanto a sé gli altri membri dell'equipaggio, che ha conosciuto durante le simulazioni, muoversi con disinvoltura in mezzo a quegli apparecchi moderni e sofisticati a lei quasi ignoti.
Un brivido le passa per la schiena, sensazione talmente frequente, ultimamente, che ci si sta quasi abituando.
Un brivido quando ha sentito l'ambizioso progetto del presidente Regan, Teacher in Space, per stimolare gli studenti statunitensi allo studio delle scienze.
Un brivido quando, insieme a oltre 11.000 insegnati, ha partecipato alle selezioni.
Un brivido, ancora più intenso, nel caldo di quel 19 luglio in cui la NASA ha scelto proprio lei come candidato primario.
E ora è lì, e i brividi non si contano più, con la schiena incollata al sedile e il vocio di altoparlanti e personale dello shuttle. Il lancio è stato rimandato più volte, e l'ansia è aumentata di pari passo: dal 22 gennaio al 24, poi il 25. Si è cambiato sito, dal Senegal a Casablanca, e ancora data, il 27, e poi eccoli, infine: 28 gennaio 1986, ore 11:38.
Scambia uno sguardo con Micheal J. Smith, il pilota. Anche lui è al primo volo, di professione è militare, veterano del Vietnam: eppure sembra così sicuro, pensa Christa, così a suo agio in mezzo agli strumenti. Non ha paura? Non sente anche lui quei brividi ininterrotti lungo la spina dorsale?
Quasi le leggesse nel pensiero, Smith le sorride, la mano che mima un pollice alto.
Forse chi ha visto la guerra non ha più paura di nulla, riflette.

Il mio nome è Sharon Christa McAuliffe, e sono la prima insegnante dallo spazio.

Si concentra sul mantra. Quella sua semplice, banale frasetta entrerà nella storia. E lei, Christa McAuliffe, diventerà un'icona. La prima insegnante dallo spazio: gli occhi di milioni di studenti da tutto il mondo saranno puntati sullo schermo per seguire la sua lezione...e tra quei milioni, sorride, anche quelli dei suoi due figli.
Rivede il dito cicciotto di Matthew indicarla, dagli spalti del Kennedy Space Center, e la vocina acuta di Fanny strillare “Nello spazio! La mia mamma va nello spazio!”.
Gli occhi di Steven, invece, erano uno strano misto di commozione, orgoglio e angoscia.

Sharon Christa McAuliffe, prima insegnante nello spazio. Suona bene, no?
Lui aveva sorriso del suo entusiasmo, le aveva accarezzato piano la guancia con un dito, abbracciandola più forte contro il petto. Non aveva detto niente, non l'aveva mai fatto, perché l'amava troppo per frenare i suoi sogni. E poi, come suol dire da quando è iniziata quell'avventura, chi è lui per strapparla alla NASA?
Avevano fatto l'amore con tenerezza e un po' di nostalgia, come la notte in cui avevano concepito i gemelli. E chissà, pensa Christa con un sorriso segreto, che il miracolo non si sia ripetuto.
Solo nel dormiveglia aveva sentito, o forse sognato, la risposta del marito a quella sua gioiosa domanda. Il tono di voce era basso, lontano, un sussurro nella sua mente semiaddormentata. Suona bene, sì. Uno splendido necrologio...

Ma ora è lì, e i minuti corrono veloci, sulla strumentazione di bordo. 11:36, ancora pochissimo e decolleranno. Un momento provato e riprovato nelle simulazioni degli ultimi mesi, in cui è stata sballottata, centrifugata, contusa, fino ad imparare alla perfezione i movimenti da fare, come mantenere ferma la postura e la voce per quella sua prima lezione.

Il mio nome è Sharon Christa McAuliffe, e sono la prima insegnante dallo spazio.

Ma la frase, imparata a memoria, evapora improvvisamente dalla testa quando a 6.6 secondi dal lancio si accendono i motori principali: il rumore sovrasta ogni cosa, e lei chiude gli occhi, si avvinghia ai braccioli del sedile mentre il combustibile si accende con un boato, le cariche esplosive rimuovono l'allaccio dello shuttle alla rampa. Nel buio degli occhi chiusi di Christa, tutto inizia a tremare, e in un uragano di rumori e vibrazioni avviene il decollo.

In un unico istante i brividi si coalizzano in una scossa paralizzante, realizza di essere una semplice, indifesa insegnante in una scatola di metallo sparata nello spazio. Senza accorgersene inizia a contare - uno, due, tre... - come quando era bambina e giocava a nascondino, tentando di controllare l'adrenalina che, nel suo nascondiglio, le faceva vibrare i polsi.

Dieci, venti, trenta...

Socchiude piano gli occhi, attorno a lei tutto si svolge come nelle simulazioni. Ognuno è al suo posto, padrone, consapevole, incurante del rumore e del tremito che invece l'hanno sconvolta. Smith comunica con la stazione di lancio, scambiano comunicazioni di servizio.

Sta andando tutto liscio. Se ne accorge e quasi ride, di quella sua folle paura. Se l'avesse vista Steven... mesi ad atteggiarsi a intrepida astronauta, e poi eccola lì, che quasi se la fa sotto per qualche secondo di trambusto.

Cinquanta, sessanta...

Le sue dita pian piano lasciano la presa sui braccioli, la bocca contratta le si plasma in un sorriso. Solo ora si guarda attorno, e Dio, com'è bello il panorama mentre sfrecciano nel cielo.

Settanta secondi, e tutto fila liscio. Rilassandosi, smette quasi di contare, e si gode i brividi, quelli buoni stavolta, della straordinaria avventura che sta per vivere.

Il mio nome è Sharon Christa McAuliffe, e sono la prima insegnante dallo spazio.

Sì, entrerà nella storia. Ed è così emozionata che la voce di Smith arriva remota al suo orecchio.

Settantatre secondi.


Uh oh...”



[Il disastro dello Space Shuttle Challenger avvenne la mattina del 28 gennaio 1986 alle ore 11:39 EST, quando lo Space ShuttleChallenger fu distrutto dopo 73 secondi di volo (all'inizio della missione STS-51-L, la 25ª missione del programma STS e il 10º volo del Challenger) a causa di un guasto a una guarnizione. Alcune parti dell'orbiter come lo scomparto dell'equipaggio e molti altri frammenti furono recuperati dal fondo dell'oceano.]



∼ Marta∼





Nessun commento:

Posta un commento