Passi affrettati
Dacia Maraini
Titolo: Passi affrettati - Autore: Dacia Maraini - Edizioni: Ianieri Editore - Anno: 2008 - pagine: 62 - prezzo: 8,08 euro - acquistalo qui
L'Autrice: Dacia Maraini
Dacia
Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936. La famiglia Maraini dal
1938 e il 1947, visse in Giappone, per seguire gli studi del
capofamiglia famoso entologo. E proprio in Giappone l'intera famiglia
Maraini venne internata (1943 -1946) in un campo di concentramento, per
essersi rifiutata di riconoscere ufficialmente il governo militare
giapponese e per non aver firmato l'adesione alla repubblica di Salò.
Rientrata in Italia (1950), la scrittrice racconterà le privazioni e le
sofferenze vissute in quegli anni nella silloge poetica "Mangiami pure".
Negli anni a seguire la Maraini si afferma come una delle più
conosciute scrittrici femministe italiane e diventerà la più tradotta
nel mondo. Balza alle cronache dell'epoca per la sua lunga relazione con
Alberto Moravia, che per lei lasciò la moglie e con
cui la Maraini cui visse dal 1962 al 1983, accompagnandolo nei suoi
viaggi intorno al mondo. Dacia Maraini è l'autrice di numerosissime
opere, romanzi, poesie, testi teatrali tradotte in tutto il mondo.
La mia recensione
Il
libro nasce dall'elaborazione di un famoso testo teatrale, scritto da
Dacia Maraini, per trasformarsi in un libro-documento a testimonianza di
storie di donne vittime di abusi e violenze. Sette donne, sette storie,
sette tipi di abusi subiti, sette destini diversi, in sette paesi del
globo, accomunate dallo stesso denominatore: la violenza subita sempre
all'interno del nucleo familiare, da padri, madri, parenti che si
trasformano in aguzzini.
Perché come scrive Maria Rosaria La Morgia nella prefazione:
E' una realtà orribile, la stessa che con l'asettica crudezza dei dati svela il Consiglio d'Europa: per le donne tra i 16 e i 50 anni la violenza rappresenta la principale causa di morte e di invalidità. Tanti autorevoli commentatori si esercitano nella ricerca delle cause: etnia, religione, tradizioni oscurantiste, pochi parlano di conflitto di genere e patriarcato.
Per risolverli non servono polemiche strumentali, ma un profondo cambiamento culturale che può nascere solo dal dialogo e da iniziative concrete e continue, perché la violenza sulle donne appartiene, purtroppo, alla vita di tutti i giorni (…) riguarda tutte le latitudini del nostro paese, la provincia come la grande città, tutte le classi sociali e i livelli di istruzione. Interroga direttamente le nostra “normalità” e il nostro presente.
Lhakpa,
Aisha, Civita, Juliette, Amina, Teresa e Viollca eccole queste donne
che raccontano il loro percorso dentro l'incubo, narrandolo con
semplicità e senza forzare alla pietà, con la determinazione di far
sapere, affinché ciò che è accaduto a loro non accada più a nessun altra
donna.
Temi
attuali purtroppo, che dobbiamo continuamente riportare all'attenzione
dell'intera società mondiale, spingendo e obbligando le istituzioni a
trovare percorsi alternativi che davvero possano portare a un
cambiamento radicale in una direzione diversa.
Breve,
conciso, diretto come un colpo al cuore, tanto imperativo nel
costringere a non staccare gli occhi dalle parole, genera emozioni tanto
profonde quanto permanent come quelle che ci svela Viollca nelle ultime
pagine:
Non riesco a dormire. Forse sono morta e il mio corpo e la mia mente stanno diventando parte di un infinito paesaggio roccioso. Ma qualcosa mi riporta alla vita. E' il pianto insistito di Cate. I tappo le orecchie con le mani e sprofondo in un gelido sonno minerale.
Libro da leggere per capire, per sentire, per cambiare...
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