mercoledì 25 marzo 2015

"People in a City" ovvero: Condividere cultura, non cazzate






In realtà, immagino che per chi abbia visto “The Avengers” o conosca i super eroi della Marvel o abbia passato l’infanzia a cagarsi in mano ogni volta che Lou Ferrigno si trasformava in Hulk non sia difficile capire quanto megalomane io possa sentirmi nel pensare a “People in a City”.
Tutto inizia dopo aver finito di scrivere un libro, che indovinate un po', si chiama proprio cosi.
Storie apparentemente slegate tra loro con protagonisti personaggi random che ad un certo punto...no, niente spoiler.
Beh, dopo averlo finito, non sono più riuscito a concludere nulla di buono. Ogni cosa che scrivevo sembrava privo di coerenza, volevo scrivere romanzi che parlassero di milioni di cose che però non capivo perché volessero stare assieme. Finché una domenica mattina, mentre ero in macchina, mi viene in mente una cosa.
C’era in effetti qualcosa che invece sembrava unire il tutto. Tutte le storie, i personaggi, persino alcuni eventi che rimanevano senza una causa narrativa valida trovavano una giusta dimensione in quel modo.
Mi riferisco alla Città. Ogni cosa che scrivevo difatti era sempre ambientata in questa Città, che poi sarebbe il posto da cui vengo se fosse figo.
Quello era il segreto! Creare una Città e inserire le storie! Ma come?
E allora, in ordine sparso perché altrimenti starei qui a scrivere ore e ore, la mia testa inizia a pensare a tutte le cose che ho imparato e visto da quando ho iniziato a frequentare Internet.
Perché vedete, io credo che Internet sia la cosa più bella e straordinaria che potesse capitarci. Ci permette di comunicare con chiunque nel mondo, di sapere quello che vogliamo sapere e ha permesso a roba come 4chan di diventare comicità rispettata.
Perché quando si parla di “People in a City” mi riferisco all’uso che intendo fare di Internet riguardo la scrittura e la condivisione.
Creare una Città virtuale piuttosto che un solo romanzo era solo l’inizio. Il passo successivo è stato puntare più in alto.
Perché infatti non cercare di dare vita a qualcosa che potesse essere utile non solo a me, ma a tutti?
Perché sapete, io ho capito una cosa nel corso di questi ultimi anni. Sono una persona fortunata perché ho avuto modo di conoscere alcune delle persone più talentuose di questo mondo.
Allora ho deciso. Nella mia Città ci sarebbe stato spazio per tutti. E non mi riferisco però a chiunque scatti una foto al proprio gatto. O che prenda una penna, faccia due rime e si crede Rimbaud perché la sera al bar beviamo assenzio.
No, parlo delle persone piene di talento.
Parlo di Kenzo de la Vega che una volta ho sentito suonare in un bar, lo “,Shine” insieme ai Bleu Van Gogh e ho pensato “Loro non dovrebbe suonare qui. Dovrebbero suonare ovunque nel mondo.”
Parlo di Sara Sofia, fotografa fantastica e mia “prima cliente” <3
O di Marika Moretti e le sue foto. Come fai a non innamorartene, quando le vedi?
Tutto il resto è stato poi un volo in picchiata, di quelli che ti getti nel vuoto solo per prendere lo slancio che ti serve ad andare più in alto, verso luoghi che non conosci neanche, che non vedi, ma sai che devi andarci.
Carla Sofia, mia carissima amica e a cui devo talmente tanto che non so come farò per ripagarla, mi ha disegnato la mappa della Città, su cui inserisco foto e disegni, copertine di racconti che parlano di quel dato punto.
Ho iniziato a conoscere persone fantastiche che hanno iniziato a collaborare nei modi più disparati.
Benny, la mia “soul sista”, ha dato vita ad un blog chiamato “Benny in a City” in cui i suoi testi straordinari si legano a fotografie meravigliose, e Philgrim ha iniziato a scrivere e ad aiutarmi, diventando per me come un fratello.
Valy e il suo PlushinGeek  hanno dato un negozio alla Città, dove potete comprare ogni cosa vi venga in mente. Il loro motto difatti è ‘Creiamo ciò che desideri”.
E in Selene Maestri ho scoperto qualcuno di preciso, professionale e talentuoso. Tre cose che difficilmente puoi trovare in un singolo essere umano, soprattutto in un periodo in cui tutti amano piangersi addosso dalla mattina alla sera pur di non alzare il culo.
Per non parlare di Antonio del Maestro. Ci siamo conosciuti da poco eppure abbiamo già capito una cosa. “Great minds think alike”. Abbiamo avuto la stessa visione del futuro e la abbiamo canalizzata su strade parallele. Accanto a “People in a City” potete infatti trovare “IoPosto”, collettivo di Blog dove mettersi in gioco, seriamente, e che ha grandi ambizioni.
Perché la differenza tra noi e tutti gli altri sta nell’impegno che mettiamo in ciò che facciamo. Abbiamo tutti intenzione di non abbandonare i nostri sogni, i nostri progetti. E quindi ci diamo una mano a vicenda, pur stando lontani e sparsi un po’ per tutta l’Italia.
E di preciso, allora, cosa facciamo, vi chiederete?
Beh, usiamo Internet per farci pubblicità non invasiva. Scriviamo un racconto e lo riempiamo di contenuti che non sono fini a se stessi, bensì vogliono farvi scoprire musica, fotografia illustrazione di qualità. Vogliamo che la Città sia un punto di incontro per gente piena di talento, dove generare collaborazioni e progetti di qualità sempre più più elevata e soprattutto libera.
Perché una delle cose che la gente tenda a non vedere, è che il modo di fare le cose sta cambiando.
La scrittura sta cambiando. Il modo di fare pubblicità, di pubblicare e di gestire i diritti, sta cambiando. Quindi abbiamo dovuto lavorare molto anche in questo senso, scrivendo in maniera molto libera, utilizzando il Copyleft piuttosto che il Copyright per tutelare il sito (e già mi immagino “Copyleft? cos’è? Andate ad informarvi, perché Internet e arte vogliono dire anche questo)
Da pochi giorni per esempio ho creato una Galleria d’Arte, “La Galerie des Nuits Blanches”, un punto che puoi trovare in Città e in cui ambiento storie e racconti con i miei protagonisti, ma dove in realtà potete trovare i contatti di veri artisti. E’ una vetrina, in cui i racconti diventano il veicolo per promuovere l’arte e l’artista.
Cliccando su alcuni quadri verrete spediti nei vari blog che stiamo costruendo e leggere storie, ascoltare musica e scoprire persone che stanno tentando di dimostrare che la condivisione è un mezzo potente e bellissimo, se usato nel modo giusto.
E con Lobo dei Sick’n’Beautiful, la persona più folle che conosca, stiamo tentando di fare la stessa cosa anche per le band emergenti.
Insomma, siamo persone che ad un certo punto hanno deciso di smetterla di pensare che prima si stava meglio e fossero tutti più bravi e hanno iniziato a guardarsi attorno.
E sapete una cosa?
Le cose che vediamo ogni giorno, sono straordinarie, e sono proprio accanto a noi, a portata di mano.
Quindi perché non venite a fare un giro in Città anche voi? ;)

 The City (Questi sono i siti e i blog che fanno parte della Città, e che potete trovare appunto sparsi sulla rete, ma che potete raggiungere dall’Hub centrale rappresentato da “People in a City.com”)




Ash in the Streets

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