L'arte ai tempi del consumismo
Il salotto letterario
a cura di Alessandra Nitti
Memoria delle mie puttane tristi
G.M.Márquez
“L'anno
dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte d'amore folle con
un'adolescente vergine.”
E
se dopo aver avuto oltre cinquecentoquattordici donne, all'alba dei
vostri novant'anni, scopriste che cosa è l'amore?
Questa
è la storia del nonagenario protagonista di “Memoria delle mie
puttane tristi”, ultimo romanzo (2004) del grande Gabo.
Dopo
aver vissuto da scapolo solitario e aver frequentato tutti i migliori
bordelli della città per innumerevoli lustri, la mattina del
novantesimo compleanno, colmo dell'ardore che mai lo ha abbandonato,
ordina alla vecchia ruffiana e conoscenza di lunga data, Rosa
Cabarcas, di procurargli una vergine adolescente.
La
notte stessa Rosa riesce a trovare una povera fanciulla
quattordicenne che aiuta la famiglia lavorando in una fabbrica nella
quale attaccano bottoni. Troppo stanca a causa del lavoro, Delgadina
– così chiamata dal protagonista che non conosce il reale nome
della fanciulla – non si sveglierà per soddisfare i bisogni
dell'uomo nel suo letto, il quale trascorrerà tutta la notte
osservando il corpo acerbo della ragazza e innamorandosi platealmente
di lei. E così trascorrono le notti a venire, senza lascivia, senza
parlarsi, senza che Delgadina si svegli mai. Come un giovanotto, il
protagonista fa regali alla sua donna, le racconta delle storie,
l'accarezza senza interruzione, come non aveva mai fatto con nessuna
delle sue donne e puttane.
Con
ironia e stile fresco, Márquez
fa nascere l'amore in un uomo che vive “in
un'età in cui la maggior parte dei mortali è già morta”,
e da quel momento tutta la sua vita ha più senso di essere goduta, i
nuovi articoli del suo giornale sono frizzanti, ringiovanisce, scopre
la bellezza dell'esistenza e, infine, rende la sua vita un inno
all'amore, al sesso e ai piaceri della vita, attraverso la magica
penna di Gabo.
“Era
finalmente la vita reale, col mio cuore in salvo, e condannato a
morire di buon amore nell'agonia felice di un giorno qualsiasi dopo i
miei cent'anni.”
Bene. Ho tempo ancora 15 anni e poi vedo se copio Marquez. Magari con delle varianti. Ti farò sapere.
RispondiEliminaAspetto il resoconto poi.
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