domenica 26 aprile 2015

Van Ghogh alive - la mostra impossibile

Se c'è un caso in cui Arte&Scienza si sono fuse alla perfezione per creare qualcosa di unico, questo è la mostra su Van Ghogh a Firenze. E se adesso vi aspettate una meticolosa spiegazione delle tecnologie utilizzate nella sua realizzazione o un infinito quanto sterile elenco delle opere esposte, siete completamente fuori strada. Di siti informativi ce ne sono tanti: noi abbiamo preferito mostrarvi l'evento direttamente attraverso gli occhi di chi c'è stato. Ecco quindi il reportage di Federica Storcé, studentessa 23enne di Giurisprudenza, che ci racconta la straordinaria esperienza vissuta.


Van Gogh VIVE . . . in HD!

“Andiamo a vedere una mostra su Van Gogh?”A questa domanda potevo rispondere solamente: “Certo che sì!”.
Van Gogh è forse il primo da cui abbia imparato cosa voglia dire “dipingere”. Correvano gli anni delle scuole elementari mentre oggi quelli dell’università ma il primo amore, come si dice, non si scorda mai.
E finalmente ora potevo andare a vedere dal vivo ciò che avevo ammirato sempre e soltanto sulle pagine di qualche libro di storia dell’arte.
Mi preparavo quindi ad un ambiente del genere, più o meno: corridoi, quadri appesi ai muri, spiegazioni a lato, capannelli di gente davanti ad ogni opera, tendenziale silenzio.
E invece ancora non sapevo che non sarebbe stato così.
Infatti cercando informazioni sui biglietti scopro che la mostra si intitola “Van Gogh Alive” e promette “un’esperienza visiva e divulgativa inedita”, per dirla con il curatore italiano Fabio Di Gioia .
Si tratta infatti di una mostra multimediale, che mette in campo notevoli tecnologie: mi sarei trovata davanti agli occhi oltre 3000 immagini proiettate in altissima definizione che si sarebbero adattate alla conformazione interna della ex chiesa di Santo Stefano al Ponte Vecchio, in Firenze, luogo prescelto per l’installazione della stessa. Oltretutto la prima volta di quella mostra in un ambiente architettonico tanto ricco come quello di una chiesa, invece che in locali più scarni come vecchi magazzini o impianti industriali abbandonati che finora l’avevano ospitata in giro per il mondo.
Tutto questo sarebbe stato possibile grazie al sistema SENSORY4 che incorpora ben 40 proiettori HD, è dotato di una grafica multicanale e di un’acustica surround, tipica delle sale cinematografiche.
Sì, perché questa mostra non avrà bisogno soltanto di essere vista bene ma anche di essere letta e sentita.
Infatti l’evento sarà organizzato su più livelli interconnessi: ci sarà spazio per i quadri più famosi e per quelli meno conosciuti come pure per gli schizzi e le bozze dell’artista olandese, nel frattempo avremo l’occasione di leggere stralci di lettere tratti dalla fitta corrispondenza che Vincent intratteneva con il fratello Theo e di apprezzare qualche passaggio delle opere musicali più in voga ai tempi di Van Gogh.
A questo punto ero entusiasta e non vedevo l’ora di andare a vedere con i miei occhi l’effetto dell’innovativo sistema SENSORY4.
Ci siamo. Prima di entrare nella sala trovo molto utile soffermarmi su alcune riproduzioni delle opere dell’artista, montate nel primo ambiente della mostra con tanto di spiegazione che mi rinfresca la memoria sulla vita e sullo stile di Van Gogh, oltre a fornirmi un particolare succulento che non ricordavo: mentre era in vita, il genio olandese riuscì a vendere soltanto uno tra i suoi quadri! Sì, avete capito bene: soltanto uno.
Salita poi una rampa di scale mi trovo immersa in un ambiente veramente particolare.
Avete presente quello che avevo immaginato all’inizio? Corridoi, quadri, capannelli di gente silenziosa? Niente di tutto questo. Mi ritrovo in un ambiente multi screen dove “I mangiatori di patate” o “I girasoli” o la “Notte stellata” mi ruotano attorno, proiettati non solo su tutte le pareti della Chiesa ma anche per terra a formare una lunga passerella di opere d’arte.
E ciò che più attira la mia curiosità è che non c’è nessuna barriera, nessun “NON TOCCARE”, anzi! Sono numerosissime le famiglie con bambini di quattro o cinque anni che scorrazzano allegri sopra i quadri di Van Gogh o che si mettono seduti per terra con il naso all’insù incuriositi da tutti quei colori. E la cosa divertente è che lo possono fare! E per di più senza disturbare nessuno perché la loro confusione è sovrastata dalla musica, amplificata dall’impianto surround, di Handel, Schubert, Sakura e tanti altri che aiutano a capire i diversi stati d’animo dell’artista mentre scorrono le immagini dei suoi capolavori.
Così mi metto seduta per terra anche io e comincio il mio viaggio nella vita dell’artista olandese, che durerà quaranta minuti. Le immagini sono talmente grandi e nitide che qualcuno allunga la mano per toccarle mentre a un certo punto prende vita sulle pareti della chiesa un treno che ci porta insieme a Van Gogh da Parigi ad Arles, cittadina della Provenza dove egli vivrà intensi momenti di ispirazione e prolificità artistica. Insomma, un insieme di musica, immagini e parole, quelle dello stesso artista, messe perfettamente a sistema. Così, per esempio, quando verso la fine arriva “Il campo di grano con volo di corvi”, opera che lo stesso Vincent cerca di spiegare al fratello in una lettera: “Sono campi estesi di grano sotto cieli agitati e non avevo bisogno di uscire dalla mia condizione per esprimere tristezza e solitudine estrema.” Funesto presagio di ciò che accadrà di lì a poco. Infatti lo stesso anno in cui fu dipinto questo quadro, il 1890, Van Gogh morì a causa di un colpo d’arma da fuoco, probabilmente auto-inflitto.
La sensazione che mi rimane, una volta uscita dalla mostra, è quella di aver fatto un tuffo nella vita di Van Gogh. Le immagini dei suoi quadri ancora girano nella mia mente. La forza delle sue parole mi stuzzica l’anima.
Un bell’esempio di come il mondo digitale possa far vivere l’arte in un modo nuovo a chi è abituato a fruirne secondo canali tradizionali e allo stesso tempo di quanto possa aiutare ad allargarne il godimento anche a chi probabilmente non si sognerebbe mai di entrare in un tradizionale “Museo”.
Se per caso vi fosse venuta voglia di andare a vedere di cosa si tratta vi consiglio di approfittare del prolungamento della mostra fino al 2 giugno 2015 così da approfittarne anche per fare una passeggiata a Firenze, ne vale sempre la pena.
Federica - che ringraziamo per il suo interessantissimo contributo - ci lascia con un'ulteriore perla: se volete entrare ancora di più nella vita di Van Ghogh, ecco un video che non potete assolutamente perdervi. ;)



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∼ Marta∼






1 commento:

  1. Perché io son sempre l'ultimo a saperlo? Grazie dell'informazione. Penso proprio che ci andrò.Magari a piedi.carinissimo anche il video. Molto divertente.

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