giovedì 25 giugno 2015

Internet oggi: oltre alle ruspe c'è di più [social&società]

C’era un tempo dove per poter parlare a distanza bisognava per forza di cose spedire missive. Si stava chini su di un foglio bianco, la piuma stretta in mano, a vergare parole con l’inchiostro nero. Affidare quelle stesse parole a un pennuto essere chiamato piccione e pregare che tale pennuto non finisse preda di qualche freccia o di animali più grandi e feroci. Oggi è molto più semplice. Ci si siede comodi in poltrona, il nuovo modello di portatile in precario equilibrio tra il ventre prominente e le ginocchia ossute e si avvia il browser. In pochi secondi si viene catapultati in un universo alieno composto di dati e numeri, codici su codici che ci permettono di navigare in acque che spesso risultano affascinanti e torbide. Navigando, navigando e navigando sentendosi come i più grandi navigatori della storia, pionieri 2.0 che non sono mai sazi e navigano e navigano e navigano in cerca di novità. Ma qui si stava parlando di comunicazione, di messaggi, di piccioni che tra una cagata e l’altra portano lettere dal punto A al punto B. E quindi torniamo a parlare di questo, della comunicazione tra gli individui e dei nuovi modelli di piccioni: i social network.

Al giorno d’oggi chiunque ha un account su un qualsiasi social network. I più ce l’hanno su quello creato dall’aragosta antropomorfa che risponde al nome di John Zoidberg. No, aspetta. Quell’altro aveva un nome simile, ma… Ok, non importa. Tornando a noi. Sicuramente state leggendo i miei pensieri (lungi da me chiamarlo articolo) perché ve li siete trovati nella home del vostro social preferito. È anche questa comunicazione. Una comunicazione che spesso viene sottovalutata, derisa ma che molto spesso ha il potere di scuotere le masse, di avere grande risonanza, di coinvolgere milioni di persone.
Ed è questo che sta accadendo in queste settimana. Vediamo… Qual è l’argomento bollente, hot, caldo di queste settimane?
La Juventus che perde la finale? No.
Chi ha vinto amici? Ma per favore.
Gasparri che, preso dalla sua lotta contro il gemello malvagio (?) e inconsapevole che tablet e smartphone hanno la possibilità di fare uno screenshot della schermata, si fotografa la pancia pelosa? Maybe yes, maybe not.
L’immigrazione? Cento punti a Serpeverde! (fanculo Grifondoro)
E quanti di voi hanno scritto, commentato, condiviso, piacciato su quest’argomento? Su Orso Matteo e le sue ruspe, sulla Giorgia che urla rimandiamoli a casa, su altri individui che gridano che dobbiamo accoglierli e coccolarli. Ne sono state dette tante. Si è parlato di invasione e di guerra. Si son visti video dove l’acciaio incontra la carne che nemmeno in Game of Thrones. Post di ragazze che scrivono post contro gli immigrati e posti di ragazze che vanno contro l’altro post dell’altra ragazza. Guerre di like, di condivisioni. Commenti lasciati da account con l’immagine di Cristopher Lee (R.I.P. Saruman… Again) in attesa della prossima celebrità che salperà per un posto migliore e diventerà la nuova stella preferita, quella di cui abbiamo visto tutti i film o ascoltato tutti i cd.
E poi di nuovo Salvini con la Ruspa.
E la Selvaggia che dice alla Samantha che è stata lì a non fare un cazzo.
E poi ridatece i marò.
E poi ancora i selfie del premier o le partite a PES (meglio FIFA).
E poi di nuovo Salvini con la Ruspa e via così.
Ma ci sono anche le cose belle eh! Per esempio:
La pagina di Gianni Morandi.
I concorsi letterari.
Gruppi di cultura.
Gruppi dove si dibatte pacificamente e piacevolmente.
La pagina di Gianni Morandi.
E i motori di ricerca! Si, quelle cose dove scrivi Salvini e oltre a “RUSPAAAA” esce anche di quando firmò il trattato (si, quel trattato).
Se non si sta attenti si finisce in un tornado di frasi, fatti, immagini, video, luoghi e odio e rancore e… Quanto son belli i social network.
Siamo arrivati alla fine di queste parole. Magari pensavate che volevo dire la mia sul fenomeno immigrazione o su quello che penso dell’internet (dio se amo i meme) o ancora un mio parere personale. No. Mi dispiace avervi delusi ma tant’è. Il mio era solo uno sfogo. Un togliere dalla mente alcune cose e riversarle in una pagina web. E poi magari l’ho dato il mio parere, nascosto tra le righe.
Detto ciò vi ringrazio per essere arrivati fin qui e mi auguro che non finiate coinvolti in qualche guerra per i like o indottrinati dai tweet del buon Gasparri (e perché no, anche dei due Mattei).
Che poi suvvia, tra una cagata e l’altra (proprio come i bei vecchi piccioni) i social network sono un bel posto. Ora vi saluto. Vado a scrivere RUSPA sul motore di ricerca. Non sia mai trovo un’offerta su qualche toys store e faccio felice mio nipote.


- di Valerio Zavaglia

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