lunedì 2 novembre 2015

[Letti per voi] - Lettera sulla felicità di Epicuro

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Lettera sulla Felicità di Epicuro 


anno 2013 – Editore: Stampa Alternativa / Nuovi equilibri – visita il loro Sito –
prezzo: 1 euro – pagg. 29 – testo originale e traduzione a fronte




Dalla IV di copertina

Un pensiero per la vita, solo per la vita.

Un filosofo veramente amico che da ventitré secoli non cessa di dirci che non può esistere autentica felicità senza il piacere.

Un pensiero che, contrariamente a tanti altri, non ha mai fatto e non può fare male a nessuno, che invita ad amare se stessi e soprattutto a rispettarsi, azione primaria per non danneggiare i nostri simili.

Uno fra i pensatori più amati e odiati di tutti i tempi, senz’altro il più mistificato, equivocato, vilipeso, il cui pensiero è come un incubo nella storia del cristianesimo.



L’autore

Epicuro è un filosofo greco. Per un certo tempo divulgò la filosofia insieme ad altri maestri, poi iniziò a insegnare in modo autonomo, fondando una scuola che prese il suo nome.

Ebbe numerosi detrattori che ne infangarono il nome, forse perché incapaci di tollerare il rispetto e l’amore di cui era oggetto.

La sua scuola ebbe vasto numero di discepoli e durò nel tempo, a differenza di altre che si persero nella storia.

Epicuro scrisse moltissimo: circa trecento volumi in cui tutte le citazioni sono opera dell’autore.

Anche nei secoli successivi questo autore e filosofo fu oggetto di censura. La Lettera a Meneceo, questo è il titolo del testo originale da cui è tratto il libro “Lettera sulla felicità”, è uno dei rari scritti di Epicuro che non siano stati distrutti nel corso della storia dell’odio ideologico.


Citazioni

…è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l’affligge la sua continua attesa.

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Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire.

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Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i miglior, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.

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I mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare?

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Le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo e lode.

La mia recensione


Ve lo consiglio perché…

In questo breve scritto si torna all’origine del tutto: il senso della vita è accogliere l’amore e il bello che è intorno a noi e a saper dare un senso più elevato ai momenti dell’esistenza, innalzandosi oltre le beghe quotidiane, gli affanni, le preoccupazioni. A differenza di quanto sostengono i suoi detrattori, Epicuro non spinge a una vita vuota basata esclusivamente sul piacere estremo, anzi, afferma proprio il contrario: non è la quantità delle cose accumulate che porta alla felicità ma è il saper essere appagati di quel che si ha, anche del poco. Un passaggio significativo, a tal proposito, è questo:

Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d’apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un’esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.

All’interno di queste poche pagine ci sono perle di saggezza che hanno illuminato il pensiero di generazioni di uomini e donne.

Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o il rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l’animo causa di immensa sofferenza.

…Non perdetevelo!


∼ Loriana ∼







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