giovedì 18 febbraio 2016

Del Doctor Faustus di Thomas Mann e del patto con il diavolo

Fra qualche settimana il mio editore (Arpeggio Libero editore) pubblicherà la mia novella dedicata al mito del patto con il diavolo "Faust - Cenere alla Cenere", nella quale ripropongo la famosa leggenda adattandola alla sete di eternità e di gloria di uno scrittore senza tempo.
Il tema mi affascina da anni e ne ho letto svariate versioni: dalla vendita della propria anima in cambio di giovinezza eterna e piacere supremo ne "Il ritratto di Dorian Gray" alla brama di conoscenza assoluta del cielo, della terra e degli inferi nel Faust di Goethe, dalla visione del demonio come piccola peste che disturba la quiete di Mosca ne "Il maestro e Margherita" al demonio crudele, terribile e abominevole che seduce con promesse di gloria artistica nel "Doctor Faustus di Thomas Mann".
Ed è proprio quest'ultimo romanzo che ho riletto di recente per prepararmi alla pubblicazione. Ciò che mi ha affascinato in particolar modo della versione faustiana di Mann è la freddezza profonda che permea la vita e l'anima intera di Adrian Leverkühn, il pianista tedesco affascinato sin dall'infanzia dalla figura dell'Anticristo, e lo cerca e lo desidera sino a vendergli tutto ciò che ha di buono in cambio di eterna ispirazione musicale. E Leverkühn compone; per ventiquattro lunghi anni compone opere della più sublime arte musicale ispirato, come dice nelle ultime pagine, da voci provenienti dall'inferno che risuonano nelle sue orecchie, da bambini dal viso angelico con vermi che escono dalle narici, dal piacere doloroso di una creatura infernale che giace con lui. E mai ha potuto amare, tutti coloro sui quali si è posato il suo affetto sono morti in modi atroci, uccisi dalla sua freddezza, dal peccato di essere suoi intimi.
D'altronde, cosa altro è la vocazione artistica se non perenne sacrificio, devozione, dolore? Come altro si può giungere alle più alte vette dell'arte se non raffreddando il mondo esteriore e quello interiore e bearsi di un fievole tepore che riscalda appena le dita mentre si compone?
"Questa è l'epoca in cui non è più possibile compiere un'opera per vie normali, nei limiti della pietà e del raziocinio, e l'arte è divenuta impossibile senza il sussidio del demonio e il fuoco infernale sotto il paiolo..."
Thomas Mann lavora al Doctor Faustus durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. E' tedesco e aborre la sua patria. Tra le righe del romanzo si può leggere come gli stessi atti della Germania hitleriana, secondo il premio Nobel, siano frutto di un patto con il demonio. Mann dispiega la sua teoria su due filoni, quello della crudeltà della guerra e quello dell'arte più sublime di tutte, di quell'arte che va a braccetto con la religione ma che ne è anche il suo totale opposto: la musica.
Il germe del maleficio si insinuò in Adrian l'unica volta che amò: "Fu infatti soltanto una farfalla, una Hetaera Esmeralda, che mi colpì con il suo contatto, una strega che seguii nell'ombra crepuscolare delle fronde, che la sua nudità traslucida va cercando e ove l'acchiappai, che quando vola somiglia a un petalo portato dal vento; la presi e la carezzai nonostante l'invito a stare in guardia, e così il fatto fu compiuto. Qual mi poté ammaliare, tal mi colpì e mi perdonò nell'amore: allora fui iniziato e la promessa conchiusa."
Non vi è nulla di religioso e peccaminoso nell'amore sacrilego di Adrian per Esmeralda, un amore consumato nel fango che proprio per questo è sacro e dannato al contempo. Sarà quel contatto ad essere fatale. Leverkühn lo ricorderà sempre, in tutte le sue composizioni, sulle nome di si-mi-la-do-la bemolle "Esmeralda", una donna dagli occhi scuri e dalle origini mediterranee, tratti caldi che hanno sempre attratto un Mann di madre calda e latina. In tutte le sue opere gli emarginati sedotti hanno lineamenti bruciati dal sole, al contrario degli "occhi azzurrini" i quali seducono e dominano le opere con un mix di freddezza e disperazione. Proprio come Adrian Leverkühn e Serenus Zeitblöm, voce narrante del Doctor Faustus e migliore amico di Adrian, a questi sottomesso sentimentalmente.
Il musicista in ventiquattro anni giungerà alla più alta gloria e alla più alta sofferenza, e quando l'ultimo granello della clessidra cadrà, egli non diverrà altro che un guscio vuoto, un involucro di pelle e ossa che custodisce il nulla assoluto. Adrian, forse, non avrà mai il perdono eterno che Dio il Misericordioso riserva al leggendario Faust.
"Col tuo sangue l'hai confermato e ti sei promesso a noi e battezzato nel nostro nome. Questa mia visita ha soltanto un valore di cresima. Tempo hai preso da noi, tempo geniale, tempo esaltante, ben ventiquattro anni ab dato recessi, che ti fissiamo come ultimo termine. Quando saranno passati e trascorsi, e sarà un'epoca lontana, e anche se un tempo così è un'eternità, ti verremo a prendere. Per contro ti vogliamo essere in questo frattempo sottomessi e obbedienti, e l'inferno ti sarà propizio, purché tu abrenunzi a tutti quelli che vivono, a tutto l'esercito celeste e a tutti gli uomini, poiché così dev'essere."

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